Durante il sonno, in condizioni normali, la respirazione avviene automaticamente con il libero passaggio dell’aria attraverso tutto il sistema respiratorio dal naso fino ai polmoni.

Se nelle vie aeree si originano delle ostruzioni, si generano delle vibrazioni dei tessuti molli che producono il russamento, oppure, se si raggiunge la completa chiusura delle vie aeree, si generano delle apnee notturne.

russamento notturno OSAS

Sindrome dell’apnea ostruttiva nel sonno (Obstructive Sleep Apnea Syndrome – OSAS)

Le apnee ostruttive del sonno costituiscono una sindrome caratterizzata da ripetute interruzioni totali o parziali del passaggio di aria attraverso le prime vie aeree. Nel primo caso si parla di apnee mentre nel secondo di ipopnee.

In Italia si calcola che circa 1 milione di persone siano affette da questa patologia, spesso senza esserne consapevoli. Questa sindrome porta un sensibile peggioramento della qualità della vita e può mettere a rischio la salute di chi ne è affetto.

I pazienti affetti da OSAS in genere russano intensamente (il russamento è provocato proprio all’aria che cerca di passare attraverso le prime vie aeree ostruite), hanno un sonno agitato, si risvegliano frequentemente e cambiano posizione per cercare di riattivare il flusso dell’aria. Il rumore del russamento è intermittente, diventa più forte per poi interrompersi all’improvviso per 10/15 secondi in cui il paziente non riesce a respirare. Tutto questo nella maggior parte dei casi avviene inconsapevolmente e rende difficile la diagnosi.

I sintomi di OSAS causati dalla mancanza del sonno sono: mal di testa e bocca asciutta al risveglio, sonnolenza durante le ore diurne, disturbi dell’umore, difficoltà di apprendimento e di concentrazione, calo della libido. L’interruzione della respirazione (e quindi dell’ossigenazione) del sangue può creare complicanze cardiovascolari come cardiopatie ed ipertensione arteriosa con aumentato rischio di infarto e di ictus. Inoltre costituisce un fattore di rischio per l’insorgenza di patologie croniche (diabete).

La sonnolenza diurna, infine, incrementa notevolmente il rischio di avere incidenti stradali e influisce negativamente sulla qualità della vita.

A seconda della durata e della frequenza delle apnee, la sindrome può essere classificata in lieve, moderata o severa. Con l’aumento della severità delle apnee aumentano in maniera proporzionale anche i sintomi che essa provoca, partendo dalla sonnolenza diurna fino alla frequenza delle patologie ad esse correlate.

Esistono diverse condizioni che possono causare o favorire l’insorgere di OSAS. Tra queste vi sono alterazioni anatomo-funzionali delle prime vie respiratorie, disfunzione di alcuni muscoli che dovrebbero contribuire a mantenere pervie le vie aeree, deviazione del setto nasale, anomalie dei turbinati, tonsille o adenoidi ipertrofiche, macroglossia ed anomalie strutturali della mandibola (micrognazia e retrognazia). La sindrome è più frequente nei soggetti obesi per l’accumulo di tessuto adiposo nella regione del collo, che può produrre un restringimento delle vie aeree.

Le apnee ostruttive del sonno si riscontrano frequentemente negli adulti, ma possono verificarsi anche nei bambini.

Per diagnosticare questa sindrome l’esame da effettuare è la polisonnografia. Si tratta di un esame diagnostico eseguito in ambiente ospedaliero, che monitora il paziente durante il sonno misurando specifici parametri come il ritmo, i movimenti respiratori e l’ossigenazione del sangue. Recentemente sono stati introdotti anche degli strumenti più semplificati per una diagnosi domiciliare.

apnee notturne Pollisonografia

Trattamento delle OSAS

A seconda della gravità della patologia sono indicati approcci differenti.

Nelle forme più lievi solitamente basta adottare uno stile di vita più sano per ridurre o risolvere i sintomi della malattia. Smettere di fumare, limitare l’uso di alcolici e sedativi, e ridurre significativamente il peso corporeo possono portare a ottenere risultati eccellenti nel controllo della patologia.

Per i casi più complessi, invece, sarà necessaria una vera e propria terapia che può prevedere:

  • CPAP ovvero un dispositivo di ventilazione meccanica che, mediante una maschera, fornisce al paziente durante il sonno aria a pressione positiva per evitare che le vie aeree collassino
  • MAD ovvero apparecchi intra-orali di avanzamento mandibolare
  • interventi chirurgici otorinolaringoiatrici o maxillo-facciali per correggere quelle anomalie anatomo-funzionali che non consentono il corretto passaggio d’aria nelle vie aeree

 

Il ruolo del dentista nelle OSAS

 

Il dentista gioca un ruolo chiave nel trattamento delle apnee ostruttive del sonno perché può intercettare quei pazienti a rischio di OSAS ed indirizzarli verso altre visite specialistiche per confermare o smentire il sospetto diagnostico. Inoltre è la figura medica che può applicare e monitorare gli apparecchi MAD (dispositivi intraorali di avanzamento mandibolare).

I MAD sono degli apparecchi dentali che vanno indossati durante il sonno. La loro funzione è quella di portare in avanti la mandibola, modificando la posizione della lingua, dell’osso ioide e dell’epiglottide così da aumentare lo spazio retrofaringeo mantenendo la pervietà delle vie respiratorie ed evitando le ostruzioni che causano le apnee.

Questa terapia non è invasiva, il dispositivo è facile da usare ed è indicato in particolare in quei soggetti che soffrono di OSAS di gravità lieve o moderata. È comunque un’ottima alternativa alla CPAP nei pazienti che non la tollerano, nei quali non è consigliata o per quelli in cui gli altri trattamenti hanno fallito. In alcuni casi più gravi, il trattamento può prevedere un’associazione di entrambe le terapie.

Il paziente in terapia con MAD deve sottoporsi a periodiche visite di follow-up dal dentista, per assicurarsi che l’apparecchio stia funzionando e per tenere sotto controllo eventuali effetti collaterali come modifiche dell’occlusione o fastidi dell’articolazione temporo-mandibolare.

Apparecchio dentale OSAS

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