La chirurgia orale, anche detta chirurgia odontostomatologica, è la disciplina che si occupa di trattare le problematiche odontoiatriche che necessitano di un approccio chirurgico. Comprende svariati interventi che possono essere eseguiti ambulatorialmente nello studio dentistico, in anestesia locale.
Estrazioni dentarie
Per estrazione o avulsione si intende la rimozione di un dente o di una radice dal suo alveolo (la cavità che lo accoglie nell’osso). L’estrazione è indicata quando l’elemento in questione è stato irreversibilmente compromesso (frattura, totale perdita dei tessuti coronali, lesioni parodontali con grande mobilità dell’elemento) e non può essere trattato in nessun altro modo più conservativo. Altre volte si rende necessaria l’estrazione di un dente per motivi ortodontici o perché esso è mal posizionato e non può essere recuperato ortodonticamente.
Le estrazioni dentarie si classificano in:
- Semplici – quando il dente o la radice sono ben visibili all’interno del cavo orale e facilmente accessibili. L’operatore eseguirà l’estrazione avvalendosi di strumenti specifici come leve o pinze.
- Complesse – quando il dente o la radice non sono facilmente accessibili perché coperti da gengiva, quando sono parzialmente o totalmente inclusi nell’osso (inclusione dentaria) o nei casi in cui l’estrazione sia complicata da determinate condizioni anatomiche, come la vicinanza a strutture delicate. In tutte queste situazioni, l’operatore dovrà eseguire un’incisione sulla gengiva e, se necessario, rimuovere dei frammenti d’osso in modo da poter accedere al dente da estrarre. Talvolta, per facilitare l’avulsione, può rendersi necessario sezionare il dente in questione. Avendo dovuto eseguire un’incisione sarà necessario, a fine intervento, mettere dei punti di sutura che verranno rimossi dopo circa una settimana.
Interventi di chirurgia per estrarre i denti del giudizio
I denti del giudizio (terzi molari), quando ci sono, sono gli ultimi denti delle 2 arcate ed erompono mediamente tra i 18 ed i 25 anni.
Erompono (o escono) in tarda età e, anche per questo motivo, possono ritrovarsi in una posizione errata o non avere sufficiente spazio nell’arcata.
Molto spesso rimangono inclusi totalmente o in parte nell’osso e, altrettanto spesso, riescono ad erompere soltanto parzialmente.
La difficoltà nell’eruzione prende il nome di disodontiasi e può dare vita ad un quadro clinico caratterizzato da dolore diffuso, infiammazione della gengiva (pericoronite), difficoltà nel deglutire e nell’aprire la bocca. Inoltre il dente del giudizio può facilmente cariarsi a causa della difficoltà nel pulirlo, provocando infezioni, ascessi o danni a carico del dente vicino. I denti del giudizio inclusi possono essere associati a cisti. In presenza di queste problematiche, il dente del giudizio va tolto.
Inoltre, la sua estrazione può essere necessaria prima di iniziare una terapia ortodontica.
Una volta intrapresa la scelta estrattiva, è preferibile procedere con l’intervento prima che il dente completi la sua formazione (in questo caso si parla di germectomia) così da rendere l’operazione più semplice e favorire una migliore guarigione post-operatoria.
L’estrazione del dente del giudizio è una normale estrazione dentaria che può risultare semplice o complessa a seconda della posizione dello stesso. Dopo l’intervento, il paziente potrebbe avvertire un leggero dolore e/o gonfiore, che possono tranquillamente essere tenuti sotto controllo con un’adeguata terapia farmacologica.
Il dente del giudizio che non presenta sintomatologia e non crea danno alle strutture e ai denti circostanti, può essere lasciato tranquillamente in sede senza procedere all’estrazione.
Nel nostro studio abbiamo sviluppato un processo decisionale guidato per confrontarci con i nostri pazienti e decidere quale sia la migliore soluzione per i denti del giudizio nella situazione specifica.


Chirurgia muco-gengivale
La chirurgia muco-gengivale comprende una serie di interventi volti a risolvere alcune alterazioni della gengiva in modo da ripristinare l’estetica del sorriso e salvaguardare la salute degli elementi dentali coinvolti.
La chirurgia muco-gengivale si occupa principalmente del trattamento dei difetti delle strutture gengivali.
La recessione gengivale è una migrazione del margine gengivale in posizione più apicale rispetto alla giunzione tra la corona e la radice del dente interessato. In caso di recessione gengivale, il dente risulterà più “lungo” come conseguenza dell’esposizione della superficie radicolare e questo, oltre ad essere un problema estetico, accentua la sensibilità dentinale e rende la radice del dente facilmente attaccabile da lesioni cariose.
Tra le tecniche chirurgiche volte a ricoprire la superficie radicolare esposta, ripristinando il tessuto gengivale perso, si distinguono:
- innesti con lembi peduncolati che mantengono una connessione col sito donatore poiché questo è adiacente alla zona da trattare;
- innesti liberi quando il tessuto viene prelevato da un’altra sede intra-orale (spesso dal palato).

Esistono numerosi pazienti con un “eccesso” di gengiva rispetto al normale, che porta ad un disequilibrio tra il bianco dei denti e il rosa della gengiva. È possibile risolvere questo inestetismo grazie a degli interventi di chirurgia muco-gengivale poco invasivi.
Grazie alla gengivectomia è possibile rimuovere il tessuto gengivale in eccesso.
La chirurgia muco-gengivale si occupa anche di ripristinare l’estetica attorno agli impianti dentali, nei casi in cui la gengiva dovesse apparire più grigia nella zona stessa dell’impianto.

Chirurgia orale ricostruttiva
La chirurgia ricostruttiva è quel tipo di intervento che si rende necessario per ripristinare il volume delle ossa mascellari quando queste sono andate incontro a riassorbimento osseo, un processo fisiologico che avviene progressivamente in seguito alla perdita degli elementi dentali. Alcuni difetti ossei possono essere dovuti anche a traumi od a problematiche endodontiche. La finalità della chirurgia ricostruttiva è quello di ottenere un osso che possa sostenere a lungo termine una riabilitazione implanto-protesica.
I materiali utilizzati per la chirurgia ricostruttiva possono essere biologici o sintetici. Nel nostro studio, come materiali biologici utilizziamo innesti autologhi, cioè tessuto osseo prelevato dal paziente stesso (osso prelevato in un’altra sede della bocca rispetto a quella del difetto). È considerato il materiale migliore da utilizzare poiché non produce reazioni immunologiche.
In alternativa si possono utilizzare innesti di materiali biocompatibili di origine sintetica come ad esempio l’idrossiapatite sintetica. Questi materiali sono una valida alternativa all’osso autologo anche se richiedono un periodo di guarigione più lungo.
Abbiamo deciso di non avvalerci di innesti omologhi ed eterologhi.
Frenulectomia
I frenuli sono delle pliche di tessuto mucoso che collegano le labbra (frenuli labiali) e la lingua (frenulo linguale) alla mucosa alveolare.
Quando sono troppo corti possono creare problematiche estetiche e funzionali, inoltre la rimozione di un frenulo può essere necessaria per ottimizzare trattamenti ortodontici, parodontali o protesici.
I due possibili interventi sono la frenulectomia e la frenulotomia: la prima consiste nella completa asportazione del frenulo, la seconda in un suo riposizionamento. Entrambi gli interventi sono minimamente invasivi e possono essere eseguiti tranquillamente con tecniche tradizionali.
Disinclusione elementi dentari
I canini superiori sono i denti che rimangono inclusi più di frequente dopo i terzi molari. Le inclusioni dentali possono avere cause genetiche e/o ambientali.
Nella stragrande maggioranza dei casi, grazie ad un approccio chirurgico-ortodontico riusciremo a riportare in arcata i canini inclusi.
Si incidono i tessuti molli e si rimuove l’osso che ricopre il dente per esporne la corona. A questo punto, dopo aver attaccato sul dente un collegamento all’apparecchio ortodontico, il canino può essere trazionato ortodonticamente e portato nella giusta posizione in arcata.
Anche altri denti possono includersi durante il loro processo eruttivo e la procedura può essere applicata su tutti gli elementi dentari.
Chirurgia endodontica
La chirurgia endodontica è l’intervento volto a trattare le lesioni apicali di origine endodontica per via retrograda. Ovvero, consiste nella resezione dell’apice radicolare infetto (apicectomia) con asportazione dei tessuti patologici associati e otturazione dei canali radicolari tramite un lembo chirurgico, invece che tramite il normale accesso endodontico a partire dalla corona del dente (via ortograda).
Questo intervento è indicato in caso di lesioni apicali che non si risolvono in seguito ad una terapia canalare convenzionale o su denti che non possono essere trattati tradizionalmente (ad esempio quando il dente è stato ricoperto da una corona protesica). Prima di procedere con la chirurgia endodontica, è comunque da prendere in considerazione la possibilità di ritrattare per via ortograda il dente in questione.
Rimozione lesioni cistiche
Le cisti dei mascellari sono delle lesioni benigne che si formano nelle ossa mascellari, possono essere definite come cavità endossee rivestite da epitelio e contenenti materiale liquido o semi-liquido. Ne esistono di vari tipi, classificate secondo le diverse patogenesi.
Anche se esistono delle differenze, le cisti si accrescono piuttosto lentamente e in modo asintomatico, a meno che non vengano sovrainfettate. Per questo motivo il loro riscontro è spesso casuale e avviene durante lo studio di un esame radiografico.
La terapia consiste nell’enucleazione della lesione attraverso un intervento chirurgico (cistectomia). In alcuni casi si può intervenire creando una comunicazione tra il lume della cisti e il cavo orale, così che essa si svuoti del suo contenuto e si riassorba (cistotomia).
Drenaggio ascessi dentali
Un ascesso dentale è un’infezione che provoca l’accumulo di liquido purulento nei tessuti attorno al dente, riferibile a varie cause scatenanti e può avere un’origine parodontale o endodontica. In specifici casi, la terapia farmacologica (antiobiotici) viene accompagnata da una piccola incisione per far fuoriuscire il pus e favorire quindi il drenaggio del materiale infetto.
Allungamento corona clinica
L’allungamento di corona clinica si rende necessario quando la porzione visibile di uno o più denti appare troppo corta a causa di fratture o carie destruente. L’intervento chirurgico consiste nell’eliminare parte della gengiva e del tessuto osseo per poi rimodellarli attorno ai denti coinvolti in posizione più apicale rispetto quella di partenza.
L’allungamento della corona clinica permette di esporre una maggiore porzione di tessuto dentale, ripristinando le corrette proporzioni tra il dente e i tessuti che lo circondano. In questo modo si rende possibile la ricostruzione o la riabilitazione protesica degli elementi compromessi che altrimenti sarebbero stati irrecuperabili.